E’ vero, ciò che mi spinge a introdurmi in quegli angoli,
che se non ci andassi di proposito non li rivedrei mai più è la mia indole di
uomo curioso.
Ma, per dirla tutta, ciò che mi muove ad addentrarmi nel
cuore dei borghi è la voglia di scoprire quant’è cambiato il mio paese, la mia
gente.
Quando ero bimbo quegli androni erano gremiti di bimbi,
bimbe, ragazzi e ragazze e giovanotti ormai da marito che animavano i cortili con
le loro voci, le loro grida.
Camminando su la terra battuta di quei minuscoli viottoli
dovevo badare per non pestare la cacca di un tacchino, di una gallina, o peggio
ancora di non infilare il piede sulla merda di un cavallo o di qualche altro
grosso animale.
Infine, ricordo tra quegli androni, enormi carri carichi
di fieno o d’erba medica parcheggiati che attendevano d’essere scaricati.
Luoghi, dove si udivano dappertutto suoni di vita: voci di fanciulli, fanciulle, animali,
donne che nelle belle stagioni si confondevano con lo stridere delle rondini.
L’ultima volta che sono tornato da quelle parti ho fatto
una passeggiata per le strade del vecchio Borgo Paludo.
Di un bimbo, di un uomo, di una donna nemmeno l’ombra, al
posto dei vecchi carri zeppi di fieno, nell’androne erano posteggiate quelle auto
che quando si lanciano sulla strada sono più veloci del fulmine.
Su quelle strade del borgo, un tempo di terra battuta,
ora tappezzate di catrame, non c’era anima viva, quasi da farmi pensare d’avere
sbagliato strada; d’essermi incamminato per la via che conduce al cimitero.
Sentivo solamente un rumore che, in un primo tempo, mi
pareva il canto di un’allodola balbuziente. Invece era il suono di un vecchio
modem di un ragazzo che si collegava alla rete, ma non certamente a quella del
vecchio “Faustin”, con la quale catturava gli uccelli, ma della grande rete
Internet.
Si, il mio paese è proprio cambiato! Ma in meglio o in
peggio?
A vedere quelle auto così potenti, l’eleganza di quelle
case dipinte di nuovo, e infine il suono di quella diavoleria che che si apre
al Web parrebbe proprio di si .
Chissà se è proprio vero?
Peccato che d quanto il borgo mi mostrava quando ero
bimbo è rimasto ben poco. Neppure un “mandi”, un saluto, ma solamente il buon
odore del letame e l’abbaiare di qualche
cane.
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