Da un anno e
forse più, quasi tutti i giorni, sul lungo mare della mia città sottopongono il
mio corpo, forse, a uno sforzo superiore al dovuto. Percorro con lena un tratto
di costa segnato dai colori del mare e abbellito dalle meraviglie floreali del
giardino che tratteggia quel pezzo di lungo mare.
A passo accelerato provo a
rafforzare i miei muscoli, espandere i miei polmoni, ma soprattutto voglio
abituare il mio cuore allo sforzo e alla fatica. Lo faccio con la grazia e con
la proporzionalità dovuta: certamente, il mio corpo, i suoi apparati non li
posso più sottoporre a sforzi eccessivi, ma in ogni caso devono prepararsi allo sforzo, alla grande fatica......
Non so quando, ma al più presto, m’incamminerò per Santiago di Compostela.
Per
raggiungere questo mitico luogo percorrerò la via Francese. Pertanto, come
vuole il protocollo, partirò da Saint Jean Pied de Port, un piccolo
centro, ai piedi dai Pirenei, la catena montuosa che divide la Francia dalla
Spagna. L'idea di intraprendere a piedi questo lungo viaggio mi affascina, ma
ciò che maggiormente, mi ammalia è il pensiero di percorrere a piedi e
probabilmente solo, costeggiando l’oceano atlantico, questo lungo tragitto:
ottocento chilometri.
A queste sensazioni benefiche aggiungo poi l’orgoglio e, la serena compiacenza per avere trovato la forza, la determinazione di sfidare le mie paure, ergo di non temere gli ostacoli, soprattutto mentali, che m’impedivano d’intraprendere questo lungo viaggio; sapermi misurare con le difficoltà che ineluttabilmente questa impresa comporta.
A queste sensazioni benefiche aggiungo poi l’orgoglio e, la serena compiacenza per avere trovato la forza, la determinazione di sfidare le mie paure, ergo di non temere gli ostacoli, soprattutto mentali, che m’impedivano d’intraprendere questo lungo viaggio; sapermi misurare con le difficoltà che ineluttabilmente questa impresa comporta.
Tutto
questo mi fa pensare che, forse, sono cresciuto pure io. Certo, vista
la mia età, è un po' tardi direbbe qualcuno, ma meglio tardi che mai, mi vien
da dire. Tutto bene quindi, anche se mi viene un po' difficile argomentare
quale sia la mole che mi spinge a intraprendere questo lungo cammino, che
secondo la tradizione è un pellegrinaggio primariamente religioso.
Da
buon laico, per giunta agnostico, che ci faccio io in questo cammino? Una
aporia o meglio una delle tante contraddizioni?
Non direi: l’agnostico è chi non possiede verità alcuna, e per questo smanioso di cercarla, trovarla: la verità appunto e non importa dove e, meglio ancora se sulla strada che non è diversa dal percorso della propria esistenza, del proprio dolore, della propria gioia.
Non direi: l’agnostico è chi non possiede verità alcuna, e per questo smanioso di cercarla, trovarla: la verità appunto e non importa dove e, meglio ancora se sulla strada che non è diversa dal percorso della propria esistenza, del proprio dolore, della propria gioia.
E
perché no, sul cammino che porta a Santiago di Compostela, dove, in tempi della
storia diversi, altri, si sono incamminati prima di me chi nella ricerca della
fede, della gloria, altri ancora dell'onore o dell'amore, ma in ogni caso, alla
ricerca della vita o meglio della propria verità.
Nessun commento:
Posta un commento