mercoledì 11 maggio 2011

Giuliana in città

Il pullman sul quale era salita all’aeroporto l’aveva lasciata accanto alla stazione del treni, nel cuore del centro storico della città che pure quel giorno era invaso di migliaia di auto lente che s’infilavano in ogni angolo delle strarade. Seppure frastornata dai clacson di quelle migliaia di automobilisti stipati in quel mare di lamiere colorate, Giuliana era felice. Forse non aveva mai visto prima d’ora tante auto nello stesso istante. Le tornava alla mente il suo paese, gli autoscontri sui quali durante la sagra,  i ragazzotti sfrecciavano sulla pista per finire alla velocità più sostenuta contro la macchina dove placidamente le ragazze più carine tentavano di percorre il giro della pista  senza essere centrate, anche se a dire il vero, alcune, non aspettavano proprio che quegli urti violenti, quei sobbalzi,  se alla guida di quel bolide colorato, era lui, quel ragazzo che da quando era iniziata la festa al paese le inseguiva, ma non trovava il coraggio  di attaccare discorso. A Giuliana, la città, con tutte quelle vetture pareva proprio un carosello di giostre, anche se si rendeva conto che ognuno dei loro conducenti non vedeva l’ora di uscire al più presto da quell’ingorgo nel quale era stato inghiottito. Il sole era tiepido e a Giuliana quel tepore, quella luce così intensa che quel giorno illuminava la città,  metteva nelle gambe, nel corpo tanta energia. Le piaceva camminare per quelle strade, seppure sovrastate dal traffico. L’unica cosa che  non sopportava era l’odore degli scarichi delle automobili, che a sprazzi, a secondo del verso del vento, entrava nelle narici. Giuliana era attratta di quel mondo assordante, frenetico, dove ognuno, restava indifferente, ma non solo a chi gli passava accanto, ma pure agli occhi che sovente si incontravano con i suoi sullo stesso marciapiede. Forse a Giuliana le sarebbe piaciuto che almeno qualcuno le rivolgesse il saluto, come capita ogni giorno nella sua piccola cittadina. Ma a Gemona si conoscono tutti, ognuno sa fino in fondo la storia, le vicende dei propri compaesani, pure quelle che si dicono segrete. Ma lo stesso Giuliana si divertiva a camminare, perdersi e poi ritrovarsi per quelle strade, nonostante nessuno le rivolgesse ril saluto, e  il rumore assordante delle auto faceva da padrone, Che strana la città, si diceva quella donna, affascinata in quella piacevole passeggiata che la conduceva presso la casa di suo fratello.

4 commenti:

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  2. Salve Nello, o ai viodût cumó che a tu sarâs in Furlanie achi di pôc. Fasimi savê par mail un numar o alc che si pues o ven vie ancje jó.
    Ateliersommarti@gmail.com

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  3. E in fonts o si sin cjatàs a Varian. O ai pasât un biel dopo di misdì e di sigûr cuant che o sin lâs te ostarie di Alme a Blessan a mi e parût di tornâ indaûr a chi eri frut e o lavi a Bataie te ostarie di "Noni"; a iere dome chê ostarie tal paîs!
    Âstu fat câs Nelo, no ti e scjampât il fat che la femine a jere le plui zovine di dûc li dentri ancje se a plui aiins di nô!
    Restin cul impegn di tornâ cun cualchi conte te sô ostarie viele e, parcè no pe ocasion, o prontarai une sunetade a pro di je. Ma no stâ a smenteâti che o vin le conte dal purcit neri di butâ ju a cuatri mans par chei di Contecurte. Si viodin in curt o speri come dacuardi. Maman Maurizio Di Fant

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  4. Caro Nello, come vedi il mondo è un piccolo granello che ruota perso chissà dove, ma... ve chì co soi, par diti mandi e lassati une strete di man di corse.
    W il Friul pal mont e ancje a cjase.
    ps - questo il mio blog http://blog.robinedizioni.it/frank-spada
    Se mi fai sapere quanti Marlowe hai già letto ;)))) sarò felice di inviarti i PDF dei romanzi.
    Frank frank@frankspada.eu

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