domenica 16 gennaio 2011

Cerco Il Ritmo

Da quando non ho più padroni e non svolgo lavoro salariato mi diletto in lavori, attività di mio gradimento. Oggi per esempio mi sono cucinato un buon risotto con i funghi, Ma non basta, mi dedico pure alle colte letture. A proposito: sto leggendo l'ultimo di Umberto Eco. Il Cimitero di Praga. Eco, anche in questo romanzo conferma il suo genio di scrittore. Avvincente poi la trama del testo, nella quale il nostro, racconta le ombre che si riflettono su uno degli eventi più significativi dell'epopea del Risorgimento Italiano: Lo sbarco dei Mille. Ed ecco massoni, ebrei, gli interessi politici dei francesi in termini di espansione; gli interessi economici degli inglesi in Sicilia che pure loro, con i quattrini, frenano la reazione dell'esercito Borbonico di fronte a quella banda di sbandati ( I Mille). Umberto Eco, in questo romanzo ci racconta pure le violenze degli stessi Garibaldini nei confronti di gente inerme. Vedi Bronte e la ferocia di Bixio. Infine ci svela l'inspiegabile naufragio del povero Nievo. Infine, naturalmente in forma romanzata, ci narra i grigiori, o meglio gli aspetti più cupi dei regnanti piemontesi. Ma il nostro U. Eco, forse, nonstante abbia il merito di raccontarci con i suoi personaggi, verità storiche in buona parte sottaciute, non fà emergere pure i valori patriottici di uomini veri, che prima di tutto hanno saputo diffondere, anche in Italia, i valori liberali di quella Europa che voleva liberarsi definitivamente delle incrostazioni di quei vecchi regimi che con il congresso di Vienna avevano cercato di restaurare gli interessi di quel vecchio continente che respingeva il nuovo che inesorabilemente avanzava. Ed ecco l'Europa dei moti del 21, del 48. Ed in questo contesto anche l'Italia  diventa parte integrante di questo respiro internazionale. E' quell'Italia, borghese, che con i suoi patrioti cospira contro i regnanti per ottenere i diritti politici, la costituzione. Infine quell'Italia che rivendica la sua autonomia nazionale nei confronti delle forze straniere che da secoli l'hanno occupata. Per non dire quell'Italia che ha creato le premesse per la totale distruzione del potere materiale del PAPA, o meglio della definitiva sopressione dello Stato Pontificio, che tuttora, qualcuno vorrebbe restaurare. Trattasi di quell'Italia che ha creato i presupposti storici e culturali affinchè anche il popolo, seppure con imspiegabile lentezza,  e contraddizioni, potessse entrare a pieno titolo nella storia che conta della nostra Repubblica. Non certamente quel popolo culturamente subalterno,  e ossequioso al padrone di turno. (il popolo fascsta, il popolo di berlusconiano).Tanto meno quel popolo Italico che comprende la storia come l'equilibrio tra chi dispone e chi subisce, tra chi comanda e chi obbedisce. Pagine sicuramente affascinanti  quelle di Eco, ma che potrebbero, nel lettore distratto, offuscare uomini come Cattaneo, Mazzini, lo stesso Nievo, Leopardi per dirne alcuni e altrettanto depauperare l'onore, il merito che dobbiamo all'Italia  Riorgimentale e non solo.

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