giovedì 6 gennaio 2011

RITORNA IL CONFLITTO

Strano che le nuove generazioni forse spolitizzate e, almeno credo fino ad ora distanti dalle problamatiche sociali, riempino le piazze. Generazioni cresciute, in buona parte nell'opulenza e nel privilegio. Formate tra l'altro da mamma TV e forgiate con i prmi oggetti informatici che hanno anticipato la cultura del WEB. Forse pure loro avvertono finalmente la precarietà del loro attuale presente, ma soprattutto del loro futuro senza speranza. Corsi e ricorsi storici. Molti erano convinti che la fine della ideologie comuniste, il conflitto sociale sarebbe per sempre debellato dalla civiltà umana. Ed invece riecco una Europa tumultuosa con le nuove generazioni che rivendicano il loro diritto di essere protagoniste, riconusciute in una società che li ha resi precari. Una società che sembra avere rimossso la cultura del lavoro. Quella cultura che decodificava, regolava le classi sociali, la divisione del lavoro, i ricchi i meno ricchi ed infine i proletari che qualcuno invitava a costituirsi come classe a livello internazionale per sovvertire questo mondo che si regge secondo le leggi del proffitto. Le stesse leggi di quel primo capitalismo che si ispirava al così detto "laissez - faire. Chissà che queste nuove generazioni, seppure con altre divise, con altre parole d'ordine, con altri miti riscopriranno che la ricchezza resta tra le mani di pochi e che questo mondo deve essere necessariamente cambiato?

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